A proposito di ramponcini…

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Ciao a tutti, approfitto di questo spazio  che mi ha gentilmente concesso Paolo per portare le mie esperienze rispetto all’uso dei “ramponcini”, sperando di poter essere di aiuto.

Come molti appassionati di montagna, nel mio zaino da tempo si trovano una coppia di ramponcini ICE Master EVO di CAMP, per intenderci quelli con banda in silicone di fissaggio, cinghia superiore di sicurezza, 13 punte da 15mm sotto per il grip. Nel corso dello scorso anno ho dovuto utilizzarli in escursioni invernali due volte, una sul monte Linzone (BG) a febbraio 2022 (550 mt D+) ed una sui monti Sassariente e Sassello (Svizzera) a novembre 2022 (1060 mt D+).

In entrambe i casi si trattava di percorsi escursionistici non estremi ma con pendenza e neve sul tracciato  rendendo cosi’ necessario garantirsi un certo “grip”. La sensazione che ho provato in entrambe i casi non e’ stata molto positiva, il sistema non e’ saldamente ancorato allo scarpone e tende a muoversi durante il percorso, provocando una sensazione di incertezza nel procedere. In due occasioni la parte posteriore si e’ “staccata” dal tallone dello scarpone rischiando di farmi cadere ed oltre a cio’ si formava spessissimo il solito “zoccolo” di neve (pericoloso!), dovuto probabilmente anche alle condizioni della neve presente. Queste situazioni hanno accomunato anche molti amici del gruppo CAI di cui facevo parte che calzavano ramponcini analoghi.

Cercando una soluzione che non fossero i classici ramponi (che possiedo ma che hanno impiego quando si affrontano percorsi alpinistici) ho trovato, sempre di CAMP, il ramponcino FROST ed ho voluto provarlo. Si tratta di un ramponcino a 6 punte in acciaio da circa 25 mm, inserto anti-zoccolo e sistema di fissaggio allo scarpone a due punti con cricchetto a sgancio rapido, di cui vi inserisco una immagine.

Ho avuto modo di provarli l’8 febbraio 2023 salendo sulla vetta del Resegone con partenza da Morterone (LC), escursione di circa 850 mt D+ con neve lungo tutto il tragitto: dura e con sassi affioranti nella prima parte all’interno bosco, poi abbondante fino alla vetta nel tratto allo scoperto, temperature costantemente sotto lo “zero” (-5/-8).

La prima impressione e’ stata molto positiva: grazie al sistema di fissaggio percepisci una naturale stabilita’ nella progressione, per tutto il percorso (pur con neve variamente trasformata) non si e’ formato il temuto “zoccolo”, la tenuta sia in salita che in discesa e’ stata eccellente…in buona sostanza in un percorso escursionistico di questo tipo non mi ha fatto rimpiangere i ramponi.

Valutando l’impatto del peso da portare nello zaino (argomento sempre caro a noi escursionisti) e delle dimensioni, questi ramponcini con 520 gr si collocano poco sopra gli ICE Master EVO (420 gr) e molto sotto i CT Nevis Flex (820 gr). Il loro ingombro nella custodia e’ di poco superiore agli ICE Master EVO (se messi in un sacchetto questo ingombro si riduce). Ora clima permettendo spero di riuscire a provarli ancora per verificare sia quanto osservato, sia la durata del prodotto, soprattutto delle parti mobili dello stesso.

Ringrazio Marco Annoni che mi ha segnalato il termine “grappette” (non pensate male…), eseguendo una ricerca ho cosi’ scoperto che ramponcini analoghi vengono proposti anche da Edelrid, Climbing Technology e Simond.

Per chiudere: fermo restando che i ramponi classici (a 10 o 12 punte) restano la prima scelta in caso di percorsi alpinistici in presenza di neve e ghiaccio, questi ramponcini potrebbero essere la giusta soluzione per l’escursionista abituale che richieda quel qualcosa in piu’ che i classici ramponcini non possono dare quando si supera il confine tra “passeggiata” ed “escursione” sulla neve.

2 Replies to “A proposito di ramponcini…”

  1. Grazie dell’interessantissima informazione, Federico, come ti dicevo sono un prodotto troppo poco spesso considerato, ma che costituisce una scelta efficacissima su percorsi escursionistici di terreno misto.
    Il rampone classico è ovviamente insostituibile in contesto alpinistico, ma nel caso da te citato può risultare a tratti ridondante e scomodo, ecco dunque che le “grappette” trovano la loro esatta connotazione e il loro autentico perché, con la stabilità e la sicurezza che nessun ramponcino gommato può lontanamente sognarsi di dare.
    Complimenti per l’eccellente articolo.

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