Non so se vi sia mai capitato di avvertire quel sottile senso di incompletezza, quel tarlo che vi fa ripetere continuamente “Si, ma…”
Bellissime immagini impresse nella mente quelle regalate dal sentiero del viandante, ma quel senso di incompletezza è chiaro che si riferisce alla mancanza di un tratto, ovvero la prima tappa Lecco – Lierna, solo così potrò dire di averlo percorso interamente, anche se a piccole dosi quella zona la conosco abbastanza per via di amici che spesso mi capita di andare a trovare da quelle parti. Ma bando alle ciance, la prima tappa mi manca e la devo assolutamente percorrere, tra l’altro è anche la più lunga.
Va comunque sottolineato che il tratto Lecco-Abbadia Lariana è da considerarsi un tratto di avvicinamento, il sentiero vero e proprio inizia da Abbadia, dunque la prima vera tappa sarebbe Abbadia – Lierna, ma recentemente è stata introdotta la possibilità di partire da Lecco, grazie all’apposizione di una scala metallica che consente di scavalcare la superstrada SS 36, che costituiva il vero ostacolo al congiungimento delle due parti.
Ormai il mio denominatore comune per questo cammino è il treno, quindi anche stavolta mi avvarrò di quel comodissimo mezzo di trasporto.
il Treno delle 07.20 da Milano Centrale, diretto a Tirano, arriva in circa 40 minuti a Lecco e con un costo del biglietto di 5 Euro fa proprio al caso mio.
Raggiunta Lecco si segue la strada che in leggera discesa, attraversa il centro e conduce sul lungolago, proseguendo poi verso destra.
Raggiunta una stradina che si inerpica sul lato destro della carreggiata, per la precisione via dell’Abbadia, si inizia a salire fino a raggiungere una scalinata che in breve tempo ci condurrà su un crinale pressochè pianeggiante che percorreremo per un discreto tratto, costeggiando le reti paramassi rette da strutture metalliche che a guisa di forche caudine ci indicano la via.
Il sentiero prosegue ben visibile costeggiando le Falesie di Pradello, ben indicate da cartelli segnaletici, fino a raggiungere la trattoria i Bodega
Da questo punto il sentiero inizia a salire abbastanza deciso, si supera il bivio per il sentiero dei Tecett, un sentiero attrezzato che risale la parete ovest del monte San Martino, adatto solo ad escursionisti esperti e classificato EEA (raccomandata attrezzatura adeguata), e superate le falesie in un continuo alternarsi di sali scendi sempre immersi nella vegetazione, si raggiunge un ghiaione dal quale finalmente riusciamo ad avere uno scorcio decente sulla bella ed inconfondibile propaggine di Abbadia Lariana.
Proseguendo, sempre accompagnati dal poco piacevole rombo della superstrada e della ferrovia che corrono ben visibili poco sotto, si raggiunge la scala metallica che permetterà di scavalcare la SS 36 e di scendere verso Abbadia Lariana, iniziando finalmente un percorso sicuramente più piacevole ed appagante dal punto di vista paesaggistico.
Si raggiunge così il livello del lago, costeggiando una spiaggetta su una strada sterrata che ci condurrà ad attraversare la provinciale. Qui apriamo una parentesi…. fate attenzione, perchè l’attraversamento è proprio in prossimità della galleria di uscita dello svincolo di Abbadia Lariana e non ci sono ne semafori, ne strisce pedonali. La parentesi prosegue dicendo che se attraversata la strada troviamo la segnaletica tipica del sentiero del viandante, la quale ci indica di salire una scalinata che ci porterà alla chiesetta di San Martino ( sempre se saremo sopravvissuti al periglioso attraversamento), di fronte alla chiesa troviamo un cartello che indica un percorso differente, ergo sicuramente l’attraversamento può essere evitato, io onestamente non ho notato alcun bivio dalla spiaggetta in poi, ma certamente ho sbagliato io.
Da questo punto ci lasciamo alle spalle i rumori e la vista della superstrada e della ferrovia, i sentieri sconnessi e sporchissimi del tratto precedente e raggiungiamo Abbadia Lariana, il Paesaggio cambia, tutto diviene più curato, pulito ed ordinato…
Una deviazione di un Km e mezzo per andare a salutare Lella e Luc, buoni amici ed ottimi camminatori, nonchè la sorpresa di trovare a casa Loro anche l’amica Silvia, grande appassionata di montagna, mi fanno indugiare sulla ripartenza, e ci sta, la compagnia è piacevole ed il caffè ottimo e corroborante, ma il sentiero chiama, si deve riprendere il cammino…
Proseguendo si raggiunge il borgo di Maggiana, località di Mandello del Lario, dove svetta una bellissima torre di avvistamento risalente al X secolo, all’interno della quale ha sede un museo dell’arte contadina. Il complesso merita assolutamente una visita anche per la meticolosità e la cura delle persone del luogo che dedicano parte del loro tempo alla conservazione delle memorie ancestrali.
A proposito di conservazione, mentre transitavo, sono stato attratto da un particolare…
Un signore stava accuratamente ripassando con un pennarello bianco le scritte della segnaletica del sentiero del viandante, e vedendo tale attenzione non ho potuto fare a meno di soffermarmi oltre che per complimentarmi con lui per la dedizione nel mantenimento di una parte di quei luoghi, anche per ragionare sul valore dei cammini e sul loro ruolo di riscoperta e riqualificazione degli antichi sentieri, in fondo noi gente del ventunesimo secolo non abbiamo inventato nulla in questo contesto, stiamo solo riscoprendo ed imparando a rivalutare ciò che fa parte di un patrimonio storico, culturale e naturalistico.
Quel signore mi disse “Sai, per me il sentiero del viandante è il sentiero più bello del mondo” e in quella frase condita da un genuino sorriso ho colto tutto l’amore che traspariva per la propria terra, le proprie origini e le proprie radici, ed è grazie a tante persone come lui se oggi possiamo godere dei ricordi della storia passata.
Il cammino prosegue sempre ben segnalato, alternando le tipiche indicazioni del sentiero a frecce e bolli tracciati con vernice arancione, quindi tra bellissimi prati raggiunge la frazione Rongio
Superato il nucleo abitato, proseguiamo su un breve tratto di strada asfaltata e nei pressi di un ristorante imbocchiamo il sentiero a destra che dapprima pianeggiante, poi in rapida discesa, scenderà fino al Torrente Meria con le sue caratteristiche gallerie scavate nel corso dei secoli nella roccia dall’acqua.
Si risale il versante opposto su ripido sentiero fino a raggiungere il nucleo abitato di Sonvico…
Raggiungiamo quindi un tratto asfaltato, superiamo una sbarra apparentemente chiusa e in leggera salita proseguiamo fino a raggiungere sulla sinistra una deviazione per Saioli e Lierna.
Lungo questo tratto incontriamo parecchi uliveti, a ricordarci che l’olio è un prodotto tipico di alcune di queste zone, infatti non siamo poi così distanti da Perledo, dove vi ricordo si produce un olio DOP.
Non Mancano alcuni momenti di pausa, interessante leggere le poesie che adornano questi muretti a secco…
Si inizia quindi a scendere verso l’abitato di Lierna, tra prati, belle case, agriturismi e fresche fontane.
Siamo ormai giunti al termine di questa lunga tappa, raggiungiamo la stazione dove il treno regionale delle 14,20 ci riporterà a Lecco. Una breve pausa per un meritato gelato in attesa della coincidenza che in 40 minuti circa ci riporterà a Milano Centrale con il costo del biglietto per le due tratte Lierna Lecco e Lecco MIlano di Euro 6,40 totali.
Una piccola nota informativa potrebbe esservi utile, a Lierna non c’è biglietteria, quindi o acquistate i biglietti online, oppure li potete acquistare direttamente sul treno, in quanto i controllori, se opportunamente avvisati, sono disponibilissimi a sopperire a questa carenza senza alcun sovraprezzo o sanzione.
Bene, anche questa avventura è terminata, ma soprattutto ora si che posso dire di aver portato a termine l’intero Sentiero del Viandante, ma un cammino termina davvero così? A mio avviso no, si potrebbe ancora aggiungere la variante bassa Lierna Varenna (tappa alternativa alla variante alta), si potrebbe fare tutto il sentiero al contrario per vedere tutto sotto una diversa prospettiva, si potrebbe proseguire lungo il sentiero Valtellina oppure lungo la via Spluga, in altri termini un cammino non termina mai, è un susseguirsi di passi, di pensieri, di progetti, di nuove mete e nuove emozioni…….
Non mi resta dunque che augurare a tutti voi buona montagna e buon cammino…
un abbraccio
Marco
Complimenti Marco, articolo dettagliatissimo sia nelle foto sia nelle descrizioni. Grazie per la condivisione.
Grazie a te come sempre per il commento, lo spazio concesso e l’opportunità di condividere esperienze e pensieri.
Un abbraccio