Anello del Resegone in treno da Milano

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Ogni tanto il tarlo della gita in montagna avvalendosi del trasporto pubblico si fa strada e in questi giorni di grande esodo per le vacanze estive, considerando che l’area Lecchese è meta sia alpina che lacustre particolarmente gettonata, potrebbe risultare un’alternativa strategicamente corretta alla già sempre congestionata Statale 36, e per giunta trovo che queste escursioni in treno abbiano un accattivate e sottile fascino retrò.

Essendo una meta comoda e ben servita dai mezzi di trasporto, la scelta cade sul Resegone, montagna che propone una miriade di itinerari che decido di scegliere la mattina stessa, giusto per lasciare quel pizzico di avventura che a mio avviso ben si sposa con un viaggio in treno.

Inoltre il Resegone, chiamato anche monte Serrada, costituisce per me una delle cime del “trittico Lecchese” che da tempo mi piace risalire almeno una volta all’anno e avendo già quest’anno risalito sia la Grignetta che che il Grignone e quest’ultimo la scorsa settimana in compagnia di Paolo (proprio lui il nonno), la scelta appare quasi scontata.

Solita rapida programmazione consultando il meteo, gli orari di bus, treni e funivie, solita app per l’acquisto dei biglietti online et voilà, anche questa piacevole gita alpina domenicale è organizzata.

Uscito di casa zaino in spalla, mi reco alla vicina fermata dell’autobus che in circa 10 minuti mi condurrà in Stazione Centrale, dove il treno regionale espresso di Trenord delle 6.20 mi porterà in tutta comodità a Lecco in 40 minuti con un costo del biglietto di 5 Euro.

Ogni volta che vedo quell’imponente montagna che domina la città di Lecco con le sue frastagliate creste a guisa di enorme sega, da cui deriva il nome Resegone, non posso fare a meno di pensarne anche la connotazione culturale e letteraria; il Manzoni infatti più volte lo descrive e lo cita nei Promessi Sposi…….

 il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune.

Oppure quando Lucia deve abbandonare Lecco su una chiatta per sfuggire a Don Rodrigo………..

“Addio monti sorgenti dall’acque ed elevati al cielo, cime ineguali, note a chi è cresciuto tra voi..

Raggiunta la stazione di lecco e attraversato il piazzale, di fronte, e per la precisione in via Montello, troviamo la fermata dell’autobus della linea 5 dei trasporti Lecchesi, che ogni ora porta direttamente al piazzale della funivia dei Piani d’Erna, da cui si dipartono numerosi sentieri.

Per comodità lascio in descrizione il link con gli orari del bus.

https://www.leccotrasporti.it/percorsi/estivo/linea-5.pdf

il costo del biglietto è di 2.20 Euro, il pagamento può essere effettuato direttamente sul bus pagando con monete alla biglietteria automatica situata a bordo, o più comodamente con carta di credito/bancomat contactless su apposito terminale.

Si raggiunge in poco meno di 20 minuti il parcheggio del piazzale della funivia per i Piani d’Erna, dal quale avrà inizio il nostro itinerario.

Come si può notare dai cartelli segnaletici, molti sentieri hanno origine partendo dal lato destro di questo piazzale, tra cui il sentiero numero 1 che attraverso il rifugio Stoppani raggiungerà il rifugio Azzoni, posto una decina di metri sotto la croce di Vetta della Punta Cermenati, la cima più alta del Resegone posta a 1875 mt. slm.

Un attimo di incertezza per decidere se salire al Resegone percorrendo l’intero sentiero 1 con un tempo stimato di circa 4 ore o tagliare la testa al toro e prendere la funivia fino ai Piani d’Erna risparmiando un paio d’ore di strada.

La scelta cade sull’utilizzo della funivia, non per il fatto di essere scansafatiche, bensì per il fatto che le prime due ore di sentiero sono decisamente noiose e del tutto prive di interesse paesaggistico, sviluppandosi per lo più nel bosco.

Ne sono ben conscio per aver più volte percorso quel sentiero sia in salita che in discesa. Decido quindi di dedicare la fatica risparmiata per concatenare qualcosa alla cima, in fondo è da tempo che voglio fare l’anello del Resegone e per un motivo o per l’altro non ne ho mai avuto l’occasione, questa dunque potrebbe essere la volta buona.

La Funivia per i Piani d’Erna

Acquistato il biglietto di andata e ritorno dal costo di 13 Euro, si raggiungono in pochi minuti di funivia i Piani d’Erna e imboccata la strada che scende a Sinistra, dapprima asfaltata, e poco dopo sterrata, seguendo l’indicazione per il rifugio Marchett si giunge a Bocca d’Erna, un importante crocevia sentieristico da cui si dipartono tutti gli itinerari.

I cartelli all’arrivo della funivia I Piani d’Erna

Per salire al Resegone da bocca d’Erna abbiamo due opzioni:

La prima, la più semplice ed accessibile a chiunque (livello E) è quella di seguire le indicazioni per il passo del Giuff, raggiunto il quale, proseguendo in discesa verso destra e perdendo circa 200 metri di quota si raggiunge l’area pic nic delle Forbesette incrociando quindi il sentiero della via normale che sale da Morterone e per erti, ma facili pendii su sentiero perfettamente segnalato raggiunge la vetta.

Altra alternativa sempre dal passo del Giuff è quella di imboccare il sentiero che sale sulla destra e percorre le creste occidentali (livello EE), più corto, ma sicuramente più difficile e sconsigliato a chi non abbia dimestichezza con l’esposizione.

La seconda opzione è rappresentata dai sentieri 5 e 1 (livello EE) seguendo il sentiero 5 che alterna tratti in discesa a tratti pianeggianti fino ad incrociare la deviazione che scende a destra verso il passo del Fo’ e prosegue dritto sul ripido ed espostissimo sentiero 1 fino alla vetta.

Non percorro questo sentiero da tanto tempo, decido pertanto di risalirlo dopo tanti anni.

Si tratta di un sentiero assolutamente inadatto alle famiglie in gita, in quanto gran parte del percorso si snoda su creste e canaloni con vertiginosi salti, il vuoto è sempre alla nostra destra e il percorso richiede passo sicuro, abitudine all’ambiente impervio, propensione alla progressione con l’ausilio delle mani e assoluta assenza di acrofobia o ancor peggio di vertigini.

il sentiero, lasciato il precedente bivio inizia a salire con pendenze non troppo accentuate fino a raggiungere la Beduletta, un punto con un crocefisso che richiede obbligatoriamente una sosta per ammirare lo splendido panorama che si gode da lassù……

Lasciata la Beduletta, si prosegue in piano con il costante vuoto sulla nostra destra fino a raggiungere ed attraversare l’esposto canalone Comera.

In questo tratto occorre porre grande attenzione in quanto il sentiero, peraltro accidentato, non presenta alcuna protezione di sicurezza.

Poco prima del canalone Comera, incontriamo la deviazione per la difficile ferrata Gamma 2

Superato il canalone, si raggiunge l’ampio, ma ripido pendio di Pian Serrada, che si attraversa longitudinalmente verso destra tenendosi sotto le guglie rocciose,

Attraversato Pian Serrada e raggiunto il passo della Sibretta, si supera un tratto molto esposto dove una catena rende più sicura la progressione sulla roccia liscia e a tratti scivolosa.

Il sentiero imbocca quindi il canalone Valnegra risalendone la parte sinistra.

Siamo ormai in vista del rifugio Azzoni, il sentiero prosegue in forte pendenza e a tratti regala divertenti iroccette, attraverso le quali guadagnare quota, si tratta di passaggi facili ma comunque da non sottovalutare vista comunque la forte pendenza.

Tra le rocce la Natura non manca di regalarci forme di vita graziose e colorate, come queste splendide Campanule Alpine……..

tratto finale verso il Rifugio Azzoni

un’ultimo sforzo per raggiungere gli ultimi metri, dove una comoda e breve scalinata ci condurrà sul terrazzo del rifugio

Una fugace tappa sino in vetta, che escursione sarebbe se non si salisse fino alla croce?

Ci troviamo dopo un paio di minuti al cospetto di una possente struttura metallica esageratamente grande ma che tutto sommato non stona al cospetto dell’imponenza delle pareti circostanti

Si riprende fiato, si fa una buona colazione a base di caffè e salame al cioccolato, riflettendo sul fatto che non me lo ricordavo così esposto e privo di tratti assistiti questo sentiero, sto davvero invecchiando, accidenti……

il panorama dalla vetta è qualcosa di spettacolare, soprattutto in giornate come questa, dove il cielo è cosi terso e limpido da consentire allo sguardo di spaziare a 360°, oltre le pianure, fino ai ghiacciai del Monte Rosa……..

Nel frattempo si inizia a pensare a cosa fare per il ritorno, è presto, la giornata è ancora lunga e naturalmente non ho nessuna voglia di ripercorrere lo stesso itinerario di salita.

Le opzioni sono due…… dato per scontato che per completare il giro ad anello dovrò comunque raggiungere il passo del Giuff, o scendo dal veloce sentiero delle creste occidentali, oppure visto che è presto, l’allungo di molto scendendo dalla via normale, prendendo poi a sinistra verso Morterone e superata la sorgente delle Forbesette raggiungere dopo pochi metri la relativa area pic nic attrezzata ricominciando la salita verso il passo.

Una rapida occhiata in basso, il sentiero non è super affollato, quindi decido di allungare parecchio la strada e camminare più a lungo ma in totale relax

Il versante sul quale si snodano le vie normali di salita da Brumano, Fuipiano, Morterone e Forcella di Olino

Dando le spalle al rifugio si percorre un ampio sentiero pianeggiante verso destra e giunti nei pressi di una bocchetta si affronta a sinistra il primo tratto di discesa che si svolge in totale relax su facile sentiero di sfasciumi.

Continuando a scendere si incontreranno diversi bivi, noi dovremo sempre tenere la sinistra seguendo le indicazioni per le Forbesette.

Attraversato il prato dell’area pic nic, le indicazioni poste su un masso ci indicheranno la direzione di imbocco per il sentiero 7 che ci condurrà su facile ed ampia traccia decisamente ben segnalata al passo del Giuff, superando un dislivello positivo di circa 200 metri.

Raggiunto il boschivo passo, troveremo le indicazioni per i Piani d’Erna, inizieremo quindi a scendere verso sinistra su comodo sentiero che regala frescura grazie alla costante copertura degli alberi.

Si oltrepassano i residui di ciò che un tempo furono impianti di risalita di una ormai dimenticata stazione sciistica e si giunge dopo una bella faggeta alla sorgente Pesciola, dove sopra una vasca in cemento sgorga un fresco ed ottimo getto d’acqua che regalerà ristoro e refrigerio dopo tanta strada e fatica.

Siamo ormai giunti quasi al termine del lungo anello, infatti qui termina il tratto boschivo e ci si affaccia sui rigogliosi prati che in pochi minuti conducono alla Bocca d’Erna

Bellissimo giro ad anello, circa 12 Km con 1000 metri di dislivello positivo, ma guardando l’orologio è ora di pranzo e siccome di calorie oggi ne ho bruciate a sufficienza, penso di potermi meritare un pranzo ricostiturnte e ricco al vicino rifugio Marchett, raggiungibile in 5 minuti di discesa,

l’importante è non pensare che al ritorno il percorso sarà in salita e per giunta a pancia piena.

Pizzoccheri, polenta taragna e cervo innaffiati con una buona birra sono quello che ci vuole per rifocillarsi (lo so sono davvero senza fondo)………..

Dopo l’ottimo e soprattutto abbondante pasto, è giunta l’ora di rientrare, si risale quindi a bocca d’Erna e si continua in leggera salita fino alla partenza della funivia che in pochi minuti di tragitto ci riporterà al piazzale, dove l’autobus della linea 5 ci condurrà nei pressi della stazione di Lecco.

Mezz’oretta di attesa ed il treno regionale espresso, stavolta in condizioni super affollate, ci condurrà in stazione centrale a Milano e di li in pochi minuti a casa tramite autobus.

Anche questa escursione è giunta al termine, è stata foriera di emozioni e momenti bellissimi, e anche quest’anno posso dire di aver completato il “trittico Lecchese” come lo chiamo io.

La traccia GPS del percorso ad anello è disponibile nell’apposita sezione facendone richiesta.

Non mi resta che ringraziare voi lettori che avete avuto la bontà e la pazienza di leggere fino alla fine, oltre che naturalmente ringraziare l’amico Paolo che gentilmente mi concede parte del suo spazio per raccontare qualche uscita, e invitare chi già non lo fosse, ad iscriversi al suo canale youtube “Arriva il nonno” sempre ricco di informazioni, spunti e consigli interessanti.

Concludendo spero che nonno Paolo mi perdonerà se prendo in prestito la sua nota frase ed auguro “Buona montagna a tutti”…..

Un abbraccio

Marco Annoni

4 Replies to “Anello del Resegone in treno da Milano”

    1. Grazie a te Paolo per lo spazio concesso, è sempre un piacere condividere passioni.
      Un abbraccio

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