Ferrata al Monte Roen e Sentiero dei Camosci

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Ciao a tutti, approfitto dello spazio  concesso da Paolo per raccontare la mia esperienza sulla ferrata del Monte Roen ed il successivo “Sentiero dei Camosci” al passo della Mendola in provincia di Bolzano.

La gestione della ferrata, stando ad alcuni cartelli sul percorso, è affidata alla Sezione di Appiano del CAI.

Prima di tutto una doverosa precisazione, gestire e manutenere opere come una ferrata è una attività costosa e faticosa quindi non interpretate quanto scrivo come una critica, lungi da me, ma solo come una segnalazione, spero utile, a tutti.

La ferrata al Monte Roen è una facile ferrata ideale come “primo contatto” per chi si avvicina a questo mondo; suo naturale completamento è il “Sentiero dei Camosci” che ci permetterà di compiere un bellissimo giro ad anello riportandoci all’attacco della ferrata.

Per raggiungere la ferrata usiamo la seggiovia (cartelli indicativi di colore marrone) che collega il passo della Mendola al rifugio Mezzavia (1585 m), a pochi minuti dalla stazione a monte.

Dal rifugio Mezzavia, percorrendo il comodo e ben segnalato sentiero CAI 500, arriviamo in circa 40 min alla Malga Romeno (1773 m), da qui percorrendo il sentiero CAI 560 in poco meno di 15 min arriviamo al rifugio Oltradige (1773 m), seguendo infine il sentiero CAI 523 (breve ma ripido, piccoli spazi per indossare l’attrezzatura) arriviamo all’attacco della ferrata. Inutile descrivere il percorso nel dettaglio, ci sono ottime relazioni sulla rete, brevemente riporto solo i passaggi più salienti.

Si inizia con una bella cengia in salita verso destra, seguita da una parte rocciosa che arrampichiamo in modo naturale senza trazione sul cavo. Proseguiamo a sinistra per una seconda cengia che porta ad un breve strappo verticale, superabile facilmente grazie ad una cambra ed ottimi appoggi. Troviamo poi un bel canalone che sale (facile) ed a seguire pochi altri facili passaggi al termine dei quali ci troviamo su un sentiero non ripido ma sempre attrezzato al termine del quale arriviamo a fine ferrata (circa 45 min dal rifugio Oltradige).

Qui ritroviamo il sentiero CAI 500 che in poco tempo ci porterà o alla Malga Romero, volendo rientrare subito, o alla croce di vetta del Monte Roen (2116 m) da cui si gode di un panorama fantastico sulla Val d’Adige, sul lago di Caldaro e sulle Dolomiti (nella foto panorama dal sentiero di cresta al Testa Nera).

Dalla vetta consigliatissimo il rientro tramite il panoramico ed esposto “Sentiero dei Camosci” (CAI 560) che raggiungiamo dopo aver percorso un lungo sentiero di cresta immerso nei pini mughi passando per il Testa Nera (2030 m). Attenzione che in caso di anello il tempo totale di percorrenza si allunga a circa 5 ore, soste escluse, e l’ultima corsa della seggiovia è alle 17:00!

Come dicevamo all’inizio ferrata facile e divertente… ma non ho potuto non osservare lo stato generale dell’attrezzatura in parete!

Il cavo d’acciaio di sicurezza è presente praticamente su tutto il percorso ed è ancorato alla roccia in modi diversi, mi spiego meglio, al posto dei “fittoni” a morsetto che si trovano in gran parte delle ferrate, qui gli ancoraggi sono eseguiti a volte con vecchi fittoni ad anello arrugginiti ed a volte con gli “spit”, forse in seguito ad  interventi di “sistemazione” avvenuti nel tempo. A volte è lasco (alla francese) ed a volte è teso (alla tedesca), quando è teso in prossimità di curve del percorso spesso è completamente in contatto con la roccia (sfregando contro di essa a causa del movimento indotto dalla progressione) danneggiandosi ed impedendo il libero scorrimento dei moschettoni obbligando a riposizionamenti supplementari dei moschettoni oltre a quelli richiesti dal normale superamento dei fissaggi a parete.

Il cavo è inoltre rovinato in molti punti, immagino a causa di “sfilacciamento”, dove si trovano abbondanti ricoperture eseguite con nastro di tipo americano, cosa che va bene da una parte perché impedisce di ferirsi scorrendo con la mano, ma dall’altra impedisce di vederne lo stato di usura (ossidazione, entità del danno) sotto di esso. Di queste situazioni allego alcune fotografie scattate durante la salita.

Insomma nulla di gravissimo, vista la semplicità della ferrata, ma dispiace perché sarebbe una ideale palestra per neofiti. Tra l’altro mi ha ricordato molto lo stato di trascuratezza delle attrezzature sulla direttissima alla Grigna Meridionale (Grignetta) a Lecco.

Completamente diversa la situazione nella parte attrezzata del “Sentiero dei Camosci”, un ardito ed esposto sentierino dove i camosci si incontrano davvero (ne abbiamo avvistati 5 a breve distanza che incrociavano il sentiero), che verso la fine attraversa tre stupende cenge che evidenziano perfettamente gli strati di cui è composta questa montagna, alternando il bianco del calcare al rossastro dell’arenaria.

Qui i cavi sono fissati sempre con “fittoni” zincati di tipo moderno, solo due di questi al passaggio tendevano a sfilarsi senza però creare reali situazioni di pericolo perché posti tra altri ben fissati alla roccia.

Concludendo: questo giro ad anello (14,5 km) vale assolutamente la pena di essere fatto per i panorami stupendi che può offrirci;  spero che il CAI trovi le risorse per rivedere la parte relativa alla sicurezza della ferrata vera e propria, sarebbe un magnifico regalo per questa bella montagna!

4 Replies to “Ferrata al Monte Roen e Sentiero dei Camosci”

  1. Bellissima relazione, caro Federico, al di là della descrizione e dei panorami e del grado di difficoltà è giusto riportare anche lo stato delle “attrezzature”, servono come segnalazione, non certo come critica, anzi chi si dedica a manutere vie e sentieri spesso con risorse limitate merita un plauso.
    Un abbraccio e grazie per la condivisione

    1. Grazie Paolo per lo spazio che metti a disposizione e per condividere i nostri commenti. Un saluto a te e Sara!

  2. Grazie a te Marco che hai colto la differenza tra “criticare” e “segnalare”! Conosco la fatica che si fa, con pochi mezzi e tanta buona volonta’, ad operare per una qualunque manutenzione. Un caro saluto…

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