Se mi dovessero chiedere: in quale viaggio hai visto più colori? Sicuramente il viaggio in Marocco.
Il Marocco offre un paesaggio che cambia in continuazione. Dal mare, agli alti monti dell’Atlante fino al deserto.
Ecco il blu delle barche dei pescatori di Essaouira. Ed essere davanti all’oceano ti fa sentire così piccolo. Solamente un gabbiano abile aviatore, riesce a scrutare anche dall’alto l’infinita vastità.
Il gabbiano Jonathan Livingston incredibile vero che sia qui! Foto insolita del Marocco.
I navigatori li conoscono bene ,a soprattutto i pescatori quando rientrano in porto con il pesce appena pescato, seguiti da flotte di gabbiani.
Ma cosa dire della Porta blu a Fès.
Sicuramente per persone a cui piace il detto: “Fly and Drive” in giro di pochi km si nota una paesaggio che cambia in continuazione. Un paesaggio dai grandi contrasti. Dai colori ricchi e vivaci, a quelli che caratterizzano una natura più aspra.
Del resto come posso dimenticare i colori visti per salire ai 4.167 metri del Jbel Toubkal, la montagna più alta del nord Africa.
Di mattina presto, ancora nel buio nella salita, abbiamo notato un cielo così stellato mai visto.
Ma evidentemente e per nostra fortuna abbiamo potuto ammirare questo spettacolo nuovamente, nella seconda notte del deserto che è il tema principale di questo articolo.
Dopo avere attraversato il bellissimo paesaggio del monti dell’Altante …
… raggiungiamo Merzouga da cui partiamo con un insostituibile compagno di viaggio: il cammello.
Alla fine di questa avventura sarà molto difficile salutare Jimmi e risalire in macchina, anche se la sabbia del deserto si fa sentire… ogni passo diventa pesante.
I Tuareg, nomadi del deserto, dicono: «Dio ha creato le terre con i laghi e i fiumi perché l’uomo possa viverci. E il deserto affinché possa ritrovare la sua anima»
Passeggiando vicino al primo campo tendato, osservo le grosse dune di sabbia, che come le montagne coprono l’orizzonte finché non sali in cima.
Appena dopo il sorgere del sole un gioco di luce e ombre disegna strane figure tra le dune e la sabbia prende diverse colorazioni.
Qui un pittore avrebbe veramente sfogo nel cercare di riprodurre tutte le tonalità.
Ma nel viaggio verso il Black Desert la stanchezza si comincia a far sentire e nelle ore più calde è necessario fermarsi. Non siamo proprio abituati a queste condizioni. Abbiamo proprio bisogno di un po d’ombra, fortunatamente troviamo un pò di riparo.
Le oasi non ci sono solo nei film. Sembra incredibile in mezzo a tutta quella sabbia!
Ma l’esperienza più forte è stata stare nel mezzo del Black Desert. Qui ho veramente capito quando Reinhold Messner parlava di dimensioni: la dimensione verticale e la dimensione orizzontale, che deve essere maggiore. Gli alpinisti generalmente conoscono il senso di solitudine che si trova ad essere appesi in una parete verticale. Qui trovi la stessa sensazione ma non sei appeso, sei solo come un granello di sabbia.
Grosso modo eravamo al centro della mappa in lontananza si vedeva il confine con L’Algeria.
Siamo stati ospiti dai nomadi berberi che vivono in tende fatte di lana di dromedario e capra, soluzione esposta pesantemente agli agenti atmosferici: caldo di giorno e freddo di notte,
No elettricità, no acqua, no servizi igienici praticamente nulla di cui normalmente diamo per scontato eppure mi sono sentito così piccolo e anche un po ridicolo. Ma perché ? Non lo so spiegare, Probabilmente hanno una forza e bellezza interiore ben superiore alla mia.
Per rispetto non posso inserire le foto che abbiamo fatto insieme. Le foto dove si vedono gli occhi per loro sono molto intime.
Al sopraggiungere della notte ci aspetta una enorme tavolo circolare molto basso.
Non ci sono sedie ma cuscini, Mangiamo in un enorme piatto comune un tradizionale ricetta marocchina.
Sicuramente questa ospitialità e la condivisione di questo popolo sono unici. Qui siamo lontano a tutto, ma appena alzo gli occhi in cielo, vedo lo spettacolo più grande mai visto, oscurato dalla luce delle nostre città. Ma cos’è quella? La via Lattea.
La mattina ci aspettava un caldo Tè marocchino e degli spiedini di capra arrosto che io non sono riuscito a mangiare, ma fortunatamente Sara non ci ha fatto passare male.
Ci aspetta ora un lungo viaggio di ritorno.
Concordo il Marocco è bellissimo. Complimenti per l’articolo
Grazie. Buona giornata